lunedì 29 agosto 2016

Dylan Dog old boy...


Ho sempre snobbato i Maxi della Bonelli, considerandoli dei contenitori estivi di storie mediocri, per i lettori casuali. Poi, su consiglio del mio amico Mattia Pascal che non sopporta il nuovo corso di Dylan Dog, ho preso il Maxi (Old Boy) uscito questa estate.
Sono rimasto così piacevolmente stupito da tre storie solide e ben scritte, che mi hanno riportato all'epoca in cui Bloch doveva andare in pensione ma eravamo certi che non ci sarebbe andato mai.
La prima storia gioca in maniera sapiente con la (seppur blanda) continuity Dylaniata, la seconda traspone in chiave horror il tema dello scambio delle personalità (con un chiaro riferimento al film italiano "Se fossi in te") e la terza propone un Bloch romantico e innamorato in modo davvero molto più convincente del brutto numero 350 della serie regolare.

Sulla scia dell'entusiasmo ho preso anche il Dylan Dog Color Fest dedicato ai remake. L'albo contiene tre storie brevi che sono il rifacimento di avventure storiche dell'indagatore dell'incubo: il numero uno ("l'alba dei morti viventi"), il numero 5 ("gli uccisori") e il numero 11 ("Diabolo il grande).
Purtroppo, a differenza della splendida operazione che la Bonelli sta conducendo con Nathan Never Anno Zero, queste tre storie non aggiungono nulla alle originali e lasciano il tempo che trovano. Insomma, al contrario di quello che dice il RRobe nell'introduzione dell'albo, i capolavori è meglio lasciarli stare.

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