venerdì 20 maggio 2016

Novella o racconto?


Quando andavo a scuola, per indicare un componimento narrativo in prosa di lunghezza limitata,  usavamo la parola novelle (che fossero di Verga o di Pirandello o di Boccaccio).
Quando ho iniziato a scrivere, invece, mi sono accorto che, sulle riviste, sui libri di scrittura creativa e nelle comunità on-line, tutti parlano quasi sempre di racconti.
E allora che mi chiedo: c'è differenza fra i due termini?

Ho provato, così, a fare qualche ricerca in giro.
Qualcuno attribuisce, alla novella, un maggior numero di caratteri rispetto al racconto (per esempio, questo sito, equipara la novella al romanzo breve), qualcun altro un numero più breve (per esempio Wikipedia: "La novella è una narrazione in prosa breve e semplice (di modesto respiro), più breve di un racconto", ma anche questo sito).
Altrove si dice che la differenza fra racconto e novella sia nel fatto che la novella è realistica e con un finale educativo mentre il racconto è fantastico e con uno sviluppo più libero.

Fa un po' di chiarezza in proposito il libro "L'autocoscienza del moderno" di Romano Luperini, che:
  • mette in evidenza come, a cavallo fra '800 e '900, si era formata in Italia la consuetudine di chiamare "racconto" qualcosa di lunghezza intermedia fra la novella e il romanzo (quindi il racconto sarebbe stata una specie di novella lunga o romanzo breve) => questo, secondo me, giustifica l'idea che la differenza possa essere individuata, da alcuni, nel numero di caratteri
  • fa una lunga disamina di come i termini racconto o novella siano stati utilizzati in modo alternativo da autori e correnti letterarie diverse => questo giustifica il fatto che alcuni individuino caratteristiche stilistiche e di sostanza diverse fra racconto e novella
La versione che mi convince di più, però, è che non vi sia alcuna differenza sostanziale fra i due termini, se non l'abitudine all'uso: si utilizzava il termine novella fino all'inizio del '900 e, più di recente, ha preso il sopravvento l'uso della parola racconto, come risulta, per esempio dalla scansione di questo libro di testo e da questa voce della Treccani ragazzi. Semplicemente, lo stile e l'approccio di un tempo alla letteratura (e quindi a quelle che di solito chiamiamo novelle) era diverso da quello moderno (e quindi a quelli che chiamiamo racconti), ma questo è intrinseco al periodo e non legato a una vera differenza semantica fra le due parole.
Personalmente, perciò, continuerò a chiamare le "storielle" che mi diverto a scrivere, "racconti" (a meno che non crescano fino a divenire romanzi) e "novelle" quelle della letteratura classica.

PS La foto d'apertura non c'entra niente, ma, per una volta, volevo mettere una foto scattata da me, invece di una pescata in rete

Nessun commento: