mercoledì 14 dicembre 2016

Doctor Who, ripensadoci su...


A inizio ottobre ho pubblicato un post sul doctor Who: avevo visto il mio primo episodio (partendo dalla Quinta Stagione dell'era moderna, in quanto la prima disponibile su Netflix) e la prima impressione non era del tutto positiva.
Com'era giusto (non si può giudicare una serie così amata e longeva da una prima impressione), sono andato avanti e ho visto tutta la Quinta Stagione.
I due episodi successivi (La bestia di sotto e L'arma di Churchill) mi hanno lasciato ancora un po' freddino. Se ho apprezzato l'ambientazione del primo sull'astronave buia su cui si era trasferita l'Inghilterra, mi hanno lasciato un po' perplesso i Dalek, antagonisti del secondo. So che qui fioccheranno le maledizioni dei fan, ma, nel 2010 anno di produzione di questa stagione, vedere degli scatoloni con le ruote che potevano andare bene ai tempi del Pianeta Proibito (anzi no, dai Robby è decisamente meglio) mi ha lasciato con una forte impressione di anacronismo.
Poi però sono arrivati gli Angeli Piangenti (Il tempo degli Angeli e Carne e pietra), con un'accoppiata di episodi fantastici, e ho cominciato a farmi conquistare anche io. È  vero, anche in questi episodi, a pensarci bene, non è che sia tutto coerente dal punto di vista narrativo. Gli autori preferiscono far prevalere su di essa la spettacolarità. Se non l'avete capito mi riferisco, in particolare, alla scena in cui (SPOILER ALERT) Amy deve passare in mezzo agli Angeli tenendo gli occhi chiusi. L'espediente non è così verosimile, ma la scena funziona magnificamente. E allora va bene così (STOP SPOILER).
Da lì è stata tutta discesa, fino al magnifico finale. E persino lo speciale di Natale mi è piaciuto un sacco.

Alla fine ho capito perché il Doctor Who piace tanto: stupisce (ho iniziato a vedere la serie successiva e l'idea del Silenzio è magnifica), e questo in una serie di SF è essenziale, diverte, emoziona, ma soprattutto ha dei personaggi complessi e completi (il dottore, Amy e Rory e River Song) a cui non ci si può non affezionare.
Insomma, viva il dottore!

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