mercoledì 19 marzo 2008

Prima Pasqua al nord…

Ci sono periodi in cui avverto più forte la differenza fra il mio sud è il nord. Le feste patronali ad esempio, che a sud sono eventi e qui episodi. Ancora di più la Settimana Santa. A Taranto, in particolare, questa è forse la settimana più importante dell'anno. Al centro dei “riti” della Settimana Santa vi sono due processioni a cui in un modo o nell'altro i tarantini non possono restare indifferenti. A mezzanotte fra il Giovedì e il Venerdì Santo esce quella dell'Addolorata per rientrare il Venerdì alle due di pomeriggio. Poi quella dei Misteri che esce alle cinque di pomeriggio del venerdì e rientra poi la mattina del sabato. E attorno a questi due eventi una serie di immagini e di figure caratteristiche : i "perdoni", figure scalze e incappucciate (che ad una mia amica incutono terrore) che a passo lentissimo (la "nazzecàta"), che il giovedì eseguono, a coppie, il pellegrinaggio fra la varie chiese per visitarne i "sepolcri" (che in modo corretto andrebbero chiamati "altari della reposizione"...ma fra ortodossia e tradizione popolare non sempre c'è una pace tranquilla); il "troccolante", che con quello strano strumento che è la troccola (una sorta tavola di legno con due maniglie di metallo che viene fatta risuonare con na torsione continua della mano) dà il ritmo alle processioni; il momento del "tuzzo" (ovvero quello in cui il troccolante bussa alla porta della chiesa per rientrare) che segna la fine delle processioni ("e anche quest'anno è finito tutto"); e poi le statue, la gente che numerosa accompagna le processioni per tutta al notte, l'applauso che scatta al momento del tuzzo, le bande che accompagnano le processioni suonando le tradizionali marce funebri (che i tarantini più affezionati ascoltani in CD per tutta la quaresima)... E infine le telecamere che seguono la processione. Sì, perchè esse sono così importanti da essere oggetto di interminabili dirette televisive, sempre uguali, sempre con gli stessi commenti eppure sempre seguitissime: il momento di massimo ascolto delle TV locali... Questo è la prima volta che passo la Pasqua lontano da Taranto e la nostalgia è resa ancora più forte dal fatto che qui, invece le giornate scorrono assolutamente identiche al resto dell'anno. Nulla. Solo qualcuno che distrattamente ricorda che "venerdì è digiuno" Ora non voglio fare un confronto "religioso". Mi rendo conto che il discorso sarebbe lungo e complicato, che la religiosità popolare e tradizionale può avere aspetti deteriori, che a seconda dei punti di vista può essere sincera e profonda oppure può essere lontana dalla ricerca della Verità... A tal proposito mi viene in mente la terribile novella di D'Annunzio sulla processione di San Gonselvo che tanto mi colpì quando la lessi a scuola (se volete la trovate in questa antologia) Eppure quello che accade a Taranto mi ricorda che in quei giorni c'è qualcosa di diverso (poi c'è chi racchiude tutta l'attesa nell'emotività, chi vuol godere dell'aspetto folkloristico, chi se ne frega comunque, chi si arrabbia per il traffico impazzito e chi usa questi momenti come spunto per approfondire) e soprattutto è la realtà in cui sono nato a cresciuto e che in questo giorni mi manca: e allora a goccia che scava ogni giorno nei miei pensieri a ricordarmi da dove vengo, in questi giorni diventa cascata. Mi viene in mente mia nonna, quando da piccolo mi accompagnava la mattina presto a vedere le processioni e mi diceva “quando sarai grande verrai con i tuoi amici a fare la notte ai Misteri e all’Addolorata”. Ogni volta che ho fatto una di quelle notti è stato per me rendere omaggio alla sua memoria. Ai riti della città poi, negli anni se ne sono aggiunti tanti della mia famiglia e altrettanti con i miei amici... e il silenzio della quotidianità bolognese mi urla nelle orecchie "torna a casa...almeno in questi giorni". Sarà per il prossimo anno. Almeno spero.

Nessun commento: