martedì 10 marzo 2009

Dietro il click di un'interruttore...

La maggior parte di noi la sera entra in casa, accende la luce e pensa che bello essere a casa (o al limite che brutto, se a casa sua non sua non sta bene).  Forse qualcuno di noi, mentre l'interruttore fa click, si pone il problema dell'energia che sta sprecando, dell'inquinamento che provoca quella lampadina accesa, del petrolio che prima o poi finirà, del nucleare che fa tanta paura e spera che prima o poi si trovi una fonte di energia davvero pulita (purtroppo siamo ancora lontani da quell'obiettivo...) Magari una volta nella vita, guardando i tralicci dell'alta tensione lungo la strada, abbiamo meditato sul lungo cammino che fanno quegli elettroni per arrivare a casa nostra.  Fino a pochi giorni fa, però, io non avevo davvero idea di quanto fosse complesso il mercato dell’energia: una vera e propria borsa in cui i grossisti dell'energia si comprano dai produttori blocchi orari di energia elettrica con cui rifornire i propri clienti il giorno dopo. A questo segue un mercato di aggiustamento in cui si fanno gli ultimi scambi (il calcio-mercato degli elettroni… metafora quanto mai azzeccata se pensiamo che molti di questi arrivano dell’estero), e poi un ulteriore mercato in cui si risolvono le congestioni (mentre noi ci preoccupiamo del traffico che troveremo tornando dal lavoro). Pensate che sia complesso? Bene: oltre questo c’è una specie di monopoli in cui chi produce energia, avendo l’obbligo di immettere una certa quantità di energia rinnovabile nella rete può assolvere a quest’obbligo comprando dei Certificati Verdi da chi realmente tale energia rinnovabile la produce. Ed inoltre i distributori di energia sono obbligati a conseguire determinati obiettivi di risparmio energetico ogni anno. Ma possono assolvere a quest’obbligo comprando Certificati Bianchi da chi questa energia sul serio l’ha risparmiata. Ah, dimenticavo: sapete chi li paga questi certificati verdi e bianchi alla fine? Ovviamente noi, sulla bolletta…

nota: l'immagine è stata presa da qui

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