− Non credevo anche i canarini perdessero i capelli. − Tecnicamente sono piume. − In ogni caso ha la chierica! − Ormai Titti è un vecchietto. − L’hai chiamato Titti? Come nei cartoni animati? − Dai, Silvia, avevo dieci anni! Cip. Il canarino, cinguettò, rivolgendo al padrone uno sguardo curioso. − Antonio, non credi che soffra dietro quelle sbarre? − Ha vissuto così a lungo solo perché ha goduto di un ambiente protetto. − Meglio un giorno da leone che cento da pecora. − Se lasciassi libero un canarino nato in cattività, sopravivrebbe un solo giorno e lo passerebbe da preda e non certo da predatore. − Sarà. A me, comunque, non sembra felice. Cip, la interruppe Titti. − Non sa nemmeno cantare. Emette sempre la stessa nota triste − concluse Silvia. − Quand’era giovane avresti dovuto sentire che cinguettii melodiosi. Trascorrevo giornate intere ad ascoltarlo. − Uccello in gabbia… − Scommetto che nel corso di frasi fatte sei la più brava. Silvia si voltò imbronciata. Antonio le accarezzò una guancia. − Scusa, Silvietta. − In fondo poteva capitargli un destino peggiore. Poteva essere il canarino di un minatore. − Già! − confermò Antonio, pur non essendo sicuro di ciò che intendeva Silvia.
Nota: l'immagine è presa da qui
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