giovedì 17 dicembre 2009

Questione di fiducia

Avete mai provato a tenere il conto delle persone che vi provano a fermarvi, mentre fate un giro per il centro? Escludendo, ovviamente amici e conoscenti. Io sì. Fra i tre e i sei mi fermano per chiedermi qualche spicciolo (almeno sono sinceri ed economici). Un paio di ragazzi africani vorrebbero vendermi i libri che, dicono, sono di scrittori del loro continente. Un tipo con un banchetto mi chiede “una firma contro la droga”. Mi avvicino, per capire meglio. Magari firmo. Lui aggiunge che ci sarebbe da dare un’offerta di almeno dieci euro. Poi una ragazza, con un sorriso e un pettorale, mi dice “aspettavo proprio te”. La guardo per un istante e lei immediatamente chiede soldi per la causa X. Un’altra ragazza, poco più in là, mi piazza in mano una cartolina. “Per soli dieci euro te la porti a casa e fai del bene alla causa Y”. Poi qualcuno mi chiede “Ti piace leggere?” “Certo che mi piace. Sono un lettore acrobatico [=di quelli che leggono persino a testa in giù sull’autobus N.d.B.].” Quasi senza accorgertene, mi trovo trascinato in un negozio. No, non vogliono un rene. Tentano solo di convincermi a firmare un abbonamento che mi costringerebbe a comprare un libro, a loro scelta, ogni mese. E in fondo alla strada chi c’è ad aspettarmi? Il ragazzo in giacca e cravatta che mi vuol invitare a un corso per migliorare la memoria. La mia, non la sua che, pure, ne avrebbe bisogno, visto che una volta, per provare a neutralizzarlo, gli ho risposto “tanto poi mi dimentico di venirci.” Lui c’è rimasto malissimo, ma il giorno dopo si era già scordato di me: “Posso invitarti a un corso per migliorare la tua memoria?” E tutto questo nell’arco di dieci minuti. Ora non voglio discutere la legittimità di ciascuno di questi soggetti. Il problema è che, ormai, se qualcuno mi ferma per strada, penso subito che sia interessato solo a chiedermi denaro. Sarebbe bello un mondo in cui qualcuno mi fermasse e mi dicesse: “Ti piace leggere.” “Sì” “Dai.! E hai letto qualche bel libro di recente? Sai, mi piace chiederlo a degli sconosciuti. Scopro un sacco di autori nuovi in questo modo…” Dopo il giro (o meglio lo slalom) in centro rientro a casa. Nemmeno tre minuti dopo suonano alla porta. “Amore aspettavi qualcuno?” “No.” Vado ad aprire. “Buongiorno, potremmo parlare con lei del senso della vita?” Amanti della filosofia e del confronto dialettico? No testimoni di Geova. Mezz’ora e di nuovo: DLIN DLON. “Se mi fa accomodare, le pulisco tutti i tappeti.” Gruppo di volontariato per la salute dei tappeti? No, venditori di qualche marchingegno per pulire. DLIN DLON. “Posso farle vedere la mia biancheria?” Streap tease a domicilio? No. Venditori ambulanti di mutande. DLIN DLON. “Le piace leggere.” Anche qui? Ma mi hanno pedinato? E così, un po’ per volta hanno minato la fiducia nella purezzadelle intenzioni altrui. Chi mi cerca chiede soldi. O (peggio?) l’anima. Così quando l’altra sera hanno bussato e, fra le parole che mi diceva il tipo, ho colto solo “dare soldi” e “Anna”. Ho detto “Ha sbagliato. Qui non abita nessuna Anna.” Il tipo insiste e non ho alcuna voglia di aprire. Perché quando fai entrare i venditori porta a porta o peggio i cercatori di anime, puoi stare tranquillo che il tempo perso sarà tanto. Così persisto nel tentativo di convincerlo ad andare via: non voglio comprare nulla. Niente. Spossato, apro. È il fattorino della pizzeria Anna. Ieri sera abbiamo ordinato due pizze e hanno sbagliato il conto. Oh, bene, penso, è qui per chiedere soldi che mancavano nel conto. Invece no. Mi hanno caricato due euro in più per sbaglio ed qui per restituirli. Non credo alle mie orecchie. Mi è capitato due o tre volte, in pizzeria, di accorgermi che stavano provando a fregarmi sul conto e ho avuto difficoltà a convincerli che avevo ragione. Mi è successo di ritrovarmi un elastico nella pizza e doverla pagare ugualmente. Per i successivi due giorni, mi sono sentito in colpa col fattorino per non essermi subito fidato. Poi ho capito la fiducia è una merce rara e ora la pizzeria Anna può ha un cliente fisso in più. Perché la mia fiducia se l’è meritata.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me gli avevi dato 5 euri in più e ti sei mangiato un altro elastico senza accorgertene...
thanno fregato di nuovo! :D

Angelo Frascella ha detto...

Ecco! La tua fiducia è minata senza più speranza :D