lunedì 21 dicembre 2009

Racconto scheletrico

Se da una parte sono molto soddisfatto del risultato dei corti, quest'anno mi è andato meno bene con le 300 parole di Scheletri (visto che mi sono classificato solo 34imo contro il nono posto dello scorso anno). In ogni caso, vi propongo anche qui il micro-racconto con cui ho partecipato.
Innamorati come polli allo spiedo
L'odore del pollo l’investì, appena sveglia. Uscita di casa Silvia notò una scritta accanto alla macelleria: IO E TE, INNAMORATI COME. La frase pareva unirsi all’insegna: Polli allo spiedo. Sbatté gli occhi. Il graffito era scomparso. Adorava la vita universitaria. Soprattutto da quando aveva conosciuto Luca. “A che pensi?” le chiese lui, accoccolato accanto a lei. “Che mi piace vivere qui. Mi sono affezionata persino all’odore.” “Luca e Silvia, innamorati come polli allo spiedo”, scherzò lui. Il cuore di Silvia sobbalzò. Aveva dimenticato la frase letta poche ore prima. Una scritta diversa ogni mattina le anticipava con precisione la giornata. CHI CADE, CADE. E, in facoltà inciampava sulle scale. NOI DUE STRETTI NELLA PIOGGIA. E la sera Luca la baciava sotto l’acquazzone. TI STO VICINO. Dopo la lezione, Silvia aveva invitato a casa una compagna. “Qui abitava Ricky”, esclamò questa entrando. “Chi?” “Il writer. Morì mentre suonava il pianoforte del bar all’angolo. Dicono non avesse mai suonato prima.” NELLE NOTTI PIÙ SCURE, STAMMI LONTANA. La luce mancava in tutta la via. Tranne che per quel debole bagliore vicino al muro. Silvia sussultò. La scritta stava comparendo sotto i suoi occhi. NON AVVICINAR Silvia invece si avvicinò. Il bagliore, di forma umana, pareva voltato verso di lei. Le faceva cenno di star ferma. Lei allungò la mano verso l’alone luminoso. Si ritrovò, tra le dita, una bomboletta spray. Distinse un uomo, forse Ricky. Piangeva, ripetendo: “Non dovevi” Nell’aria risuonò una voce, dolorosa come metallo incandescente: “IL PATTO È ASSOLTO: UN’ALTRA ANIMA, AL POSTO DELLA TUA. UN’ANIMA CHE POSSA DIVERTIRMI.” Ricky svanì. “ORA SEI MIA. ALMENO FINO A QUANDO...” “Qui abitava Silvia. Quella che ha dipinto il graffito.” “Silvia? È la firma sul racconto di cui, ogni giorno, trovo un pezzo.” Franco prese dei foglietti e lesse: L'odore del pollo l’investì, appena sveglia...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quest'anno non li ho letti i 300
eccetto quello con mille significati contemporaneamente
però so che non ti offendi
e se ti offendi fa lo stesso :)
se ti dico che è bruttino
nonostante sia in salsa-writer
l'idea di trappola ricorsiva spiritica (con inserto dello stesso racconto, pure) è purtroppo abusata (a ogni edizione ne leggi 4-5 di questa natura) inoltre è un po' contorto, non te lo godi, mentre leggi. lo devi rileggere, e a quel punto hai perso la sorpresa e ne cogli lo spessore lieve.

da tenere solo l'idea di writing fantasma, ma da immergere in tutta un'altra storia :)

comunque era solo per romperti il cazz a fine anno
ciao!
buon 2010!

Angelo Frascella ha detto...

:D

Buon anno pure a te.

Il racconto era il frutto di un idea notturna. Probabilmente hai ragione. In più penso che il limite delle 300 parole ha fatto perdere l'atmosfera iniziale che volevo avesse il racconto e alla fine sia rimasto solo lo scheletro di un racconto ;)