Quando parlo di me in relazione alla scrittura, non so mai che termine usare. Che significa scrittore "esordiente"? Uno che ha appena pubblicato il suo primo romanzo? O il suo primo racconto? O che ci sta provando? Boh?
E "aspirante" scrittore? Uno che vorrebbe scrivere e non sa come si fa? O, forse, uno che aspira a vivere di scrittura (forse, allora, sarebbe meglio chiamarlo "illuso"...)?
Qualcuno prova a usare un ironico "scribacchino" o un modesto "scrivente" o a aggirare il problema definendosi "autore".
Andando a cercare "scrittore" sul dizionario (nello specifico sul Garzanti on-line) leggo la seguente definizione:
E "aspirante" scrittore? Uno che vorrebbe scrivere e non sa come si fa? O, forse, uno che aspira a vivere di scrittura (forse, allora, sarebbe meglio chiamarlo "illuso"...)?
Qualcuno prova a usare un ironico "scribacchino" o un modesto "scrivente" o a aggirare il problema definendosi "autore".
Andando a cercare "scrittore" sul dizionario (nello specifico sul Garzanti on-line) leggo la seguente definizione:
chi scrive opere con intento artistico;
chi si dedica all’attività letteraria
Dunque, basta metterci l'intento artistico e si può aggiungere, sulla propria pagina facebook, la dizione "Pinco Pallino Scrittore"? Il problema, rispetto ad altri ambiti, è che non esiste un albo che permetta di essere legittimati a scrivere sulla propria cassetta della posta "Scritt. Pinco Pallino", a differenza, per esempio, con la professione di giornalista.
Capiamoci bene: non voglio assolutamente proporre la creazione di un albo degli scrittori. Semplicemente, suggerisco a chi, come me, è abbastanza conscio dei propri limiti da non pretendere di mettersi allo stesso livello di chi libri ne ha pubblicati tanti e magari con un discreto successo e un minimo di ritorno economico, di smetterla di esordire, di aspirare, di scribacchiare e di definire se stesso come "scrittore per diletto".
Mi date una mano a far diffondere questa nuova dizione?
Capiamoci bene: non voglio assolutamente proporre la creazione di un albo degli scrittori. Semplicemente, suggerisco a chi, come me, è abbastanza conscio dei propri limiti da non pretendere di mettersi allo stesso livello di chi libri ne ha pubblicati tanti e magari con un discreto successo e un minimo di ritorno economico, di smetterla di esordire, di aspirare, di scribacchiare e di definire se stesso come "scrittore per diletto".
Mi date una mano a far diffondere questa nuova dizione?
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