martedì 4 febbraio 2020

Dylan e non più Dylan...


NOTA: Questa non è una recensione


Da quando Roberto Recchioni ha preso in mano Dylan Dog è facile leggere commenti di vecchi lettori arrabbiati per i cambiamenti apportati alla serie. E più i cambiamenti si accumulano più questi fan si arrabbiano: Bloch in pensione? Scandalo! Dylan col cellulare? Anatema! Copertina con Dylan e Groucho che si sposano? Bestemmia!

A questo corrisponde, mese per mese, una difesa di quelli che la gestione di RRobe l'apprezzano.
Il risultato? Si parla di nuovo di Dylan (fra i lettori, nei social, persino nei quotidiani), la serie non è più cristallizzata nel ricordo dei "primi bellissimi albi" e poi dimenticata: quindi il risultato è stato ottenuto.


Con il 401. RRobe, però, osa l'inosabile: la riscrittura delle origini e la trasformazione del personaggio.
Senza scomodare i mostri sacri (per esempio la riscrittura delle origini di Batman e Daredevil a opera di Frank Miller) il reboot dei personaggi è normale nei fumetto DC e Marvel, ma non è nemmeno completamente nuovo per la Bonelli. Lo hanno fatto per Martin Mystere e per Nathan Never (in particolare con la bellissima miniserie "Nathan Never - anno zero"), ma sempre all'esterno degli albi mensili.

Per Dyd, invece, l'evento è all'interno della serie principale. Nonostante questo, non do per scontato che questo Dylan barbuto continuerà a essere il protagonista anche dopo la fine di questo ciclo di sei albi. Ovviamente la mia è solo un'ipotesi non suffragata da prove. Ma, se così fosse, non ci sarebbe nulla di strano visto che la serie regolare ha ospitato storie come "L'ultimo uomo sulla Terra" e "La storia di Dylan Dog" senza alcuno scalpore. Vedremo...
Per quello che riguarda me, per il momento questo 401 ha soddisfatto le mie aspettative e sono curioso di vedere come andrà avanti.
PS: dalla foto non si vede, ma la copertina è dorata e bellissima. All'interno i disegni di Corrado Roi sono magistrali come sempre

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