lunedì 31 dicembre 2007

Il venditore di almanacchi...


C’è chi non sopporta il Natale, chi polemizza con la festa delle donne, chi si rifiuta di festeggiare S. Valentino. Io non sopporto il capodanno.
Tutto cominciò quando una notte di San Silvestro di diversi anni fa rimanemmo imbottigliati nel traffico cercando di raggiungere una festa.
Quella notte sicuramente tutti i guidatori della altre macchine di quella fila immobile erano impegnati a ripassare le parolacce a loro note, componendole in nuove ed audaci combinazioni. Tutti tranne quello della mia: il mio amico portato alle riflessioni pessimistiche, si lanciò in un monologo sull’uomo e sul tempo, prendendo come riferimento il “Dialogo fra un venditori d’almanacchi ed un passegere” di Giacomo Leopardi.
Per chi non lo ricordasse dagli studio scolastico, si tratta di un operetta morale del grande poeta, in cui esamina la necessità dell’uomo comune di illudersi che l’anno successivo sarà meglio del precedente, di sperare nel futuro, quando in realtà nel futuro non ci sarebbe nulla di buono da attendersi e così via.
Da quella volta non riesco a non associare tutta la trafila di oroscopi, buoni propositi ed auguri che “il prossimo anno sia felice” a quella serata. Come si dice : “momenti che ti segnano per tutta la vita”. Tra l’altro, per “colpa” di quel mio amico, non sono più in grado di scrivere degli auguri di buon anno decenti.

A questo aggiungo il modo barbaro in cui dalle mie parti si usa ancor festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo: mentre scrivo delle esplosioni forti squassano in continuazione le mura di casa mia (e siamo ancora al primo pomeriggio) per non parlare di quelli che allo scoccare della mezzanotte buttano davvero la roba vecchia dalla finestra...Che fastidio...

Quindi più che auguri di buon anno, voglio darvi un consiglio : se doveste rimanere fermi nel traffico mentre cercate di raggiungere una festa, raccontate barzellette. I vostri passeggeri vi ringrazieranno.

Passeggere: …Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

Venditore: Speriamo.

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