Come ogni 25 Dicembre abbiamo festeggiato la nascita di…Babbo Natale. Così per lo meno sembrerebbe a guardare i film statunitensi che ci bombardano in questi giorni in televisione. Non che io abbia nulla contro la versione buonista, un po’ mielosa e molto commerciale dell’antica leggenda di San Nicola. Il simpatico vecchietto barbuto che da bambino attendevo con ansia e a cui scrivevo letterine promettendo che sarei stato più buono (anche se lui sapeva che erano promesse vane), in fondo mi è ancora simpatico.
Ho però la sensazione, che così come la data del 25 dicembre fu scelta a suo tempo dalla chiesa per sostituire una analoga festa pagana pericolosa per l’impiantarsi della fede cristiana, oggi è stata scelta dalla nuova religione (il Consumismo) per cancellare residui di idee che potrebbero mettere in pericolo la dea Economia.
Immaginate ora che, indipendentemente dal credere o dal non credere, un gran numero di persone oggi si convinca all’improvviso che alcuni principi (come quello dell’essenzialità, del distacco dai beni materiali) contenuti nell’immagine di un Dio che si incarna nella semplicità e nella povertà non siano poi così sbagliati. I consumi di oggetti inutili diminuirebbero, penseremmo forse di più ad alimentare la nostra mente che il nostro corpo…probabilmente ne guadagnerebbero le condizioni del nostro pianeta e dei nostri cervelli, ma ne perderebbero le industrie, i soldi smetterebbero di girare e poi chissà che accadrebbe…Disoccupazione? Povertà dilagante? Crollo delle nostre società?
E allora l’unica alternativa che ci rimane è forse dire “Grazie” a chi spende tanti soldi, come in quello spot che andava in onda un po’ di tempo fa, e chiudere gli occhi di fronte all’accumulo di immondizia, di gas di scarico e di veleni che ne consegue? Spero di no.
Forse per il prossimo anno chiederò al buon Babbo Natale, un libro con qualche idea geniale per cambiare il mondo. Nel frattempo gli scrivo una letterina e gli prometto di comportarmi in modo più assennato e di vivere una vita più essenziale...
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