lunedì 9 febbraio 2009

Sculture misteriose...

La matricola ignara che entra la prima volta, da via Re David, nel Campus di Bari  non viene accolta  da un portinaio a cui poter chiedere informazioni, ma da una serie di misteriose sculture che decorano(?) il portico che conduce alla facoltà di ingegneria del Politecnico.
Cosa gli vorranno comunicare gli artisti e soprattuto gli amministratori che hanno deciso di esporre quelle opere (*)?  Non c'è nessuno accanto a lui a dirglielo. La sua ragazza, che lo ha accompaganto in quel giorno emozionante, ne è all'oscuro quanto lui.
Passo dopo passo però delle ipotesi cominciano a nascere nella mente del malcapitato. 
Il senso di quelle opere è forse: "sappiate che se cercavate qualcuno che avesse il senso del bello, avete sbagliato indirizzo". Oppure: "Insomma! Sarete ingegneri e le cose che produrrete dovranno avere uno scopo (nel caso in questione riempire degli spazi vuoti) e non essere attraenti per l'occhio."
Lo studente si guarda attorno, con un nodo alla gola. A quel punto nota una in particolare di quelle sculture. Due sfere. Una molto più grande dell'altra
La sua ragazza, ancora persa nel mondo dei sogni, gli dice: "Vedi! L'università si prenderà cura di te. La palla grande rappresenta la madre e l'altra è il suo cucciolo."
Lo studente però ha intuito l'amara verità: la metafora nascosta in quell'immagine è lo stato dello studente che entra il primo giorno a lezione (la palla piccola) e quello in cui sarà il giorno in cui finalmente lascerà quel politecnico...
 
(*)Non mi azzardo a dire d'arte, perché, in fondo chi sono io per dare la patente di arte? E se qualcuno ha dato la patente di artisti a chi le ha prodotte, ma chi l'ha preso a lavorare alla motorizzazione? 

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