venerdì 28 agosto 2009

Il peso di una vita...

Stazione della Metropolitana di Milano. Claudio, come tutte le mattine, attende il treno che lo porterà al lavoro, e, come ogni mattina, guarda la massa di gente che lo circonda. Volti tristi ancora un po’ addormentati.
Gli verrebbe quasi voglia di abbandonare tutto e mettersi in cerca di una vita migliore. Non fosse che, probabilmente, se lasciasse il lavoro, finirebbe per ridursi come quel barbone, che, sulla panchina, si tiene la faccia fra le mani. e, ora che si è alzato, ha creato una bolla. Un vuoto di gente dovuto probabilmente agli odori che riempiono l’aria vicino a lui. Claudio osserva l’uomo e nota che anche una donna, viso arcigno e abito comprato di certo in via Montenapoleone, tiene il barbone sotto osservazione. Il senzatetto guarda il muso del treno che è appena spuntato dalla galleria e indietreggia di alcuni passi.  Poi tende le braccia all’indietro e scatta. La rotta di collisione si dipinge con lentezza nella testa di Claudio, che capisce troppo tardi quello che sta accadendo. La signora arcigna, avrà forse cinquant’anni e il fisico invidiabile di chi combatte l’età con palestre e diete, no. La signora arcigna ne ha intuito in anticipo le intenzioni. Al margine del campo visivo Claudio la vede muoversi velocemente, allungare un braccio e bloccare in modo magistrale la corsa mortale del disgraziato. Claudio vorrebbe applaudire, andare ad abbracciarla, telefonare al TG5 in modo che il servizio strappalacrime che manderanno in onda nell’edizione odierna possa essere dedicato a quella donna eroica. Vorrebbe scusarsi con lei per averla giudicata male, solo per l’aspetto e per un espressione infastidita nei confronti del mondo, che evidentemente non ne manifestano l’anima…
Si avvicina ai due. Lei apre la bocca. Claudio attende. Vuole sentire come conforterà l’aspirante suicida. − Che diavolo volevi fare? Guarda che io devo andare a lavorare! E pure tutta la gente che vedi qui! Ma guarda un po’ te, sto sciagurato che oggi mi voleva bloccare  in stazione… Il treno ha aperto le porte. Claudio osserva la donna salire nel vagone: sta scuotendo ancora la testa, fra l’incredulo e l’infastidito. Un passo dopo l’altro la segue pure lui. Non fosse altro che per evitare di incrociare lo sguardo di un uomo che ha capito di non dover dare fastidio alla società. Neppure per liberala dal suo peso.
NOTA: putroppo la storia è vera...

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