Minuti Contati è un gioco divertente che mensilmente viene proposto nel Forum delle Edizioni XII. All'ora X del giorno designato vengono svelati il TEMA dell'edizione in corso, il TEMPO a disposizione (minimo un'ora, massimo tre ore) e il numero di caratteri tollerati (tra i 1000 e i 5000).
Questo mese il tema era “Il buono, il brutto e il vampiro”.
Ecco la mia prova:
La via per la salvezza
“Non sono d’accordo, paparino.”
“Guardati attorno Lory. Siamo in una strada in mezzo al nulla. Tiriamoli su.”
“E se sono cattivi?”
“Non vedi che sono tre frati?”
Il SUV si fermò accanto ai tre e uno degli sportelli posteriori si aprì. Dai vetri scuri si intravedeva una mano che li invitava a entrare.
“Saliamo” disse Marco.
Oreste lo guardò con le palpebre semichiuse come sempre: “No.”
“Raul non sta bene. E ha fame.”
“E tu sai come diventa, quando sta così.” La labbra di Oreste si richiusero sui denti gialli e sgradevoli, arricciandosi come se avessero succhiato un limone.
Marco, seppure abituato ai lineamenti fastidiosi del confratello, non poté fare a meno di osservarli. Era convinto che Oreste fosse un messaggio che Dio gli inviava quotidianamente: Marco, vai oltre le apparenze. “Oreste, sono certo che l’auto è il soccorso dalla Provvidenza. Raul troverà in sé la forza di controllarsi. Vero Raul?” Marco accompagnò la frase con una risata rassicurante.
Raul, il cui volto era nascosto del tutto dal cappuccio e le cui mani affondavano nelle larghe maniche del saio, si limitò ad annuire.
“Benvenuti. Mi chiamo Kevin” li salutò l’uomo al posto di guida. Poi rimise in moto il mezzo: “Dove vi portiamo?”
“Al monastero di Ostuni. Ma solo se siete di strada” disse Mauro con allegria
“Siamo rimasti in panne in un viottolo di campagna.”
La ragazzina bionda che occupava il posto del passeggero non aveva staccato un attimo gli occhi da Raul.
“Padre Raul ha un problema alla pelle e non sopporta la luce del sole”, si affrettò a spiegare Oreste con la sua parlata monotona.
“Ora può scoprirsi: questo gioiello ha i vetri oscurati.”
“Un frate può portare i capelli lunghi come te, padre Marco?”
Raul affondò le unghie nel sedile e serrò i denti. La ragazzina era davvero insolente. Perché padre Raul è così pallido? Padre Oreste non potrebbe sbiancarsi i denti? E quel troglodita di suo padre non la rimproverava.
“Padre Raul quando hai sentito la chiamata?”
Raul serrò ulteriormente le mandibole. Aveva troppa fame. Il digiuno è la via per la salvezza, gli diceva Marco. Ora chi avrebbe avuto bisogno di essere salvata era quella ragazzina.
“In verità Raul non era una bella persona. Ha fatto cose terribili.” Oreste fece una pausa per gustare gli ulivi che scorrevano velocemente. “Il perdono ci distingue dalle bestie. Così l’abbiamo accolto, certi che potrà trovare la vera conversione del cuore.”
“Ma davvero tu ami Dio, anche se ti ha fatto così brutto?”
Raul scattò veloce come un serpente, la mano tesa verso la ragazzina. Kevin inchiodò e Raul si ritrovò sul sedile anteriore. Con fatica provò a tirarsi su.
Kevin disse: “Perdonate Lory. È qui da secoli, ma si ostina a voler capire gli umani.”
Raul si voltò. Kevin sorrideva. Al posto dei denti, vi erano delle zanne.
Era buio quando scaricarono i tre cadaveri in una strada di campagna.
“Il sangue dei religiosi è più gustoso, vero?”
“Sì, paparino. E il più buono dei tre era Marco.” Al ricordo di quel sapore Lory si passò la lingua sulle labbra.
1 commento:
Ecco la classifica finale.
Eravamo in pochi, ma è piacevole essere sul podio :)
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