mercoledì 10 novembre 2010

Una risata vi seppellirà (Minuti Contati di Ottobre)

Dopo diverse edizioni saltate, eccomi di nuovo fra i partecipanti di Minuti Contati.

Come sempre il tempo era limitato e il tema a sorpresa ("una risata vi seppellirà"). Vi propongo il racconto imperfetto come mi è venuto quella sera. La classifica finale è qui

Le profezie di Fonlibali

Il viso di Fonlibali era ovunque nell’immenso tempio. E sempre serio. Le antiche fonti affermavano che nessuno l’avesse mai visto ridere, neppure da bambino. E nessuno, fra le migliaia di fedeli presenti in quel luogo sacro, dubitava di quella verità di fede. Il Ministro del Culto della Chiesa Disemotiva parlava, senza trasporto, dall’altare. “Fratelli, siamo qui per celebrare l’anniversario della Cancellazione, quando l’ultimo comico morì nel corso del suo spettacolo osceno. Allora si avverò la parola del profeta:‘Se non sei impassibile in vita, lo sarai nella morte’. All’uomo era stata rivelata la Verità: il divertimento è nemico della felicità.” Nessuno dei presenti, a parte me, aveva idea di che significasse divertirsi. I miei genitori me ne avevano parlato di nascosto. “Solo grazie alle parole di Fonlibali l’uomo superò la crisi delle materie prime. Senza divertimento imparammo a vivere dell’essenziale: aria, pane, acqua e sonno. Senza divertimento vi fu il calo demografico che consentì alla specie umana di sopravvivere. Così si avverò la seconda profezia:‘sia la tua bocca per la fame e la sete, non per sciocche risate e disgustosi baci’”. Mi alzai in piedi ed estrassi il microfono che tenevo nascosto:“Fratelli, Fonlibali, in verità, era un comico.” La sicurezza si stava già muovendo. “I miei genitori erano lì quando un gruppo di ammiratori lo prese in spalla. Lui disse:‘ragazzi, sapete qual è la differenza fra un uomo e una donna?’. Loro risposero: ‘no!’ ‘E se non la smettete di schiacciarmi le palle, fra poco non la saprò più nemmeno io.’” La risata iniziò prima sommessa, i fedeli non capivano neppure cosa stesse succedendo loro, ma divenne subito immane come una valanga. Le pareti, troppo antiche e sottili, iniziarono a tremare e sbriciolarsi. Nessuno scappava, ma ciascuno accoglieva la liberazione. Ci tirarono fuori dalle macerie che ancora ridevamo. Solo il Ministro era rimasto serio. Me lo ritrovai di fronte in ospedale. Mi guardò, scosse la testa e disse severo: “Non l’ho capita. Me la spieghi?”