Nel pensiero XX di Leopardi (che potete leggere integralmente qui), si parla:
...del vizio di leggere o di recitare ad altri i componimenti propri: il quale, essendo antichissimo, pure nei secoli addietro fu una miseria tollerabile, perché rara; ma oggi, che il comporre è di tutti, e che la cosa più difficile è trovare uno che non sia autore, è divenuto un flagello, una calamità pubblica, e una nuova tribolazione della vita umana.
Fa una certa impressione il fatto che già nel XIX secolo e Leopardi si lamenti del fatto che
la cosa più difficile è trovare uno che non sia autore.
Pensateci quando qualcuno vi dice che oggi tutti scrivono e nessuno legge più, al punto che chiunque ha un cassetto nel romanzo.
Ma andando avanti il poeta aggiunge che:
Onde alcuni miei conoscenti, uomini industriosi, considerato questo punto, e persuasi che il recitare i componimenti propri sia uno de’ bisogni della natura umana, hanno pensato di provvedere a questo, e ad un tempo di volgerlo, come si volgono tutti i bisogni pubblici, ad utilità particolare. Al quale effetto in breve apriranno una scuola o accademia ovvero ateneo di ascoltazione; dove, a qualunque ora del giorno e della notte, essi, o persone stipendiate da loro, ascolteranno chi vorrà leggere a prezzi determinati: che saranno per la prosa, la prima ora, uno scudo, la seconda due, la terza quattro, la quarta otto, e così crescendo con progressione aritmetica. Per la poesia il doppio.
Non vi fa pensare alle odierne case editrici a pagamento?
3 commenti:
ma leopardi con chi pubblicava? secondo me c'è cascato pure lui!
Ciao Piscu.
Cercando su Google (che risponde sempre: http://alterminedelgiorno.blogspot.com/2009/07/stralci-di-conversazione-dal-vivo-bob.html) leggo che l'editore di Leopardi si chiamava Editore Stella.
Leopardi "lavora per l’editore Stella, con un accordo che gli assicura un assegno mensile, con l’impegno di curare l’edizione di alcune grandi opere classiche della Letteratura italiana"
Qui: http://www.classicitaliani.it/leopardi/critica/bonghi_biografia_Leopardi_03.htm
Sono d'accordo con te, ma quello che è peggio, anche fare l'editore online diventa un'impresa pur avendo a disposizione uno sterminato numero di aspiranti scrittori e poeti disposti a pagare per emergere.
Posta un commento