Questo post aderisce alla giornata del post banale indetta dal blog "strategie evolutive".
A causa del mio lavoro mi capita, di tanto in tanto, di andare all'estero. "Beato te!" dirà qualcuno. Invece no: odio viaggiare in aereo, stare lontano da mia moglie, mia figlia e da casa mia. E poi, quando viaggio per lavoro, finisce che l'unica cosa che vedo della città in cui vaso è la sede del meeting (ad Atene, per esempio, il Partenone non l'ho visto nemmeno da lontano).
Aggiungo poi un fattore fondamentale: all'estero non sanno cucinare. E così mi tocca vedere nei piatti spaghetti scotti in bianco serviti come contorno, mangiare pesci spalmati con la marmellata, cozze prive di sapore e condite in modi improbabili ebere birre alla fragola.
Il caffè, poi, è una brodaglia
imbevibile e, anche se prendi una semplice insalata, poi non c’è l’olio per
condirla ma solo salse immangiabili.
Una volta il partner di
progetto mi disse: andiamo a mangiare in un ristorante Thailandese buonissimo.
Ricordo ancora con orrore una zuppa con robe strane che ci galleggiavano
dentro. Ma i peggiori sono i partner che, per essere cortesi, ti portano in un
ristorante italiano, che italiano non è. E allora riuscire a dribblare le pessime portate finto-italiane del menù diventa difficilissimo.
Bene, ho detto quello che volevo dire. Oh, ma è già finita questa cosa del post banale? No, perché avrei un sacco di cose da dire, tipo su Roma che è bella da turisti ma guai a viverci, sull'italiano che è la lingua più bella di tutte... ehi, dove andate, tornate qui...
Bene, ho detto quello che volevo dire. Oh, ma è già finita questa cosa del post banale? No, perché avrei un sacco di cose da dire, tipo su Roma che è bella da turisti ma guai a viverci, sull'italiano che è la lingua più bella di tutte... ehi, dove andate, tornate qui...
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