mercoledì 2 aprile 2014

Una droga dagli inaspettati effetti

L'edizione Marzolina di Minuti Contati si è conclusa. Io mi sono classificato terzo con questo racconto:

Magico Gel Sidney
“Perché non me lo compri, mamma?”
Il commesso del Sidney Store, con le orecchie di Rattolino in testa, si precipitò in soccorso della bambina: “Signora, non mi dica che non si fida del Magico Gel?”
“Non si possono alterare le percezioni di un cervello in formazione e illudersi di non provocare danni.”
“Si figuri. Pensi a quanto avremmo da perdere se un solo bambino stesse male.”
Lia fece, con la mano, il gesto di scacciare la mosca.
“I vecchi film Sidney” continuò lui, “abituavano i bambini a subire l’immaginazione altrui. Il Gel restituisce loro la fantasia.”
Lia sbuffò e prese in braccio la figlia, che iniziò a piangere.
Il commesso si avvicinò a Lia: “Gliene metto una dose in tasca. Lo provi lei, per prima. Ne sarà contenta.”
Lia uscì dal negozio. Appena avesse avuto le mani libere, avrebbe buttato via quello schifo.

Lia prese lo spolverino dal mucchio della roba sporca: non le piaceva più, ma, per comprarne uno nuovo avrebbe dovuto chiedere i soldi al marito e sorbirne i rimproveri. Sbuffò e infilò le mani nelle tasche del soprabito. Si trovò in mano un involucro di plastica: che diavolo era? Ci mise qualche secondo a ricordare.
Lo provi. Ne sarò contenta.
Quante polemiche, interrogazioni parlamentari e servizi televisivi aveva suscitato quel coso. Forse avrebbe dovuto provarlo, per sapere a quali pericoli andava in contro la figlia.
Si spalmò il gel sulle palpebre chiuse, aspettò che venisse assorbito e le riaprì. Il mondo non era cambiato.
Un po’ delusa, si accorse che qualcosa batteva contro la finestra. L’aprì. Una musica soave le accarezzò le orecchie e uno stormo di uccelli entrò in casa: erano rosa, gialli, blu e iniziarono a prendere le robe sporche dal cesto e a infilarle nella lavatrice.
Lia urlò, si rifugiò in cucina e si lasciò cadere sulla sedia.
“Caffè?” cantò una caffettiera, con voce tenorile, mentre una tazzina ridacchiava.
In camera da letto, una donna volteggiava, lasciando cadere piccole stelle luminose da una bacchetta magica.
“Sono la fata madrina” disse.
Con un colpo di bacchetta, trasformò la tuta di Lia in un vestito luccicante.
“Fata madrina, potresti trasformare tutto il mio armadio?” chiese speranzosa.
“Certo che posso.”
Lia aprì le ante. Era colmo di capi d’alta moda. Lia iniziò a ridere, così forte da avere le lacrime agli occhi.

Lia entrò nel Sidney Store, sollevando di peso un bambino che le sbarrava il passo.
“Mi dia dieci pacchetti di Magico Gel” disse, combattendo con l’affanno.
“Le avevo detto che ne sarebbe stata contenta” sorrise il commesso, sparendo nel retro.
Doveva sbrigarsi! Il magnifico vestito che indossava, si stava per trasformare nella vecchia pezza comprata da H&F.
Il commesso tornò col Magic Gel.
“Sono sicuro che la bambina sarà contentissima” disse, facendole l’occhiolino.

Si preparò a usare il gel. Stavolta avrebbe chiesto, alla fata, di far apparire soldi in quantità. Iniziò a ridere da sola, pensando alle facce delle proprietarie delle boutique, quando quei soldi sarebbero letteralmente spariti dalle loro mani.

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