domenica 31 agosto 2014

"Terraluna" di Daniele Picciuti


“Se il mainstream deve creare storie, la fantascienza, e più in generale il fantastico, devono prima creare mondi e, soltanto in seguito, ambientarvi storie.” (Francesco Troccoli, dall’introduzione a Terraluna).

Prendo spunto da questa citazione per parlare del bel romanzo di Daniele Picciuti perché uno dei punti forti di questo romanzo è il mondo inventato dall’autore. Cos’è Terraluna? È una colonia costruita dall’uomo sulla Luna, una città pericolosa in cui non vorreste vivere neppure se vi regalassero un appartamento. Eppure è il posto migliore del Sistema Solare ora che la Terra è stata resa praticamente inabitabile dalle industrie farmaceutiche, vere padrone incontrastate della società di questo immaginario futuro.
Su Terraluna confluiscono buona parte dei tòpoi della letteratura fantascientifica: Intelligenze Artificiali che sarebbero piaciute ad Asimov, divoratori di mondi degni di Galactus, multinazionali arroganti e panorami urbani alla Blade Runner, esseri che sembrano procugini di Alien ed extraterrestri razionali e impermeabili alle emozioni come vulcaniani e fogne abitate da terrificanti mutanti. A queste vanno aggiunte atmosfere da Western, una spruzzata di horror e tanta azione alla Die Hard.
Se questi ingredienti vi sembrano troppi, non dimenticate che a “cucinarli” insieme c’è un autore abile, sebbene ancora poco noto (i meccanismi editoriali hanno regole che spesso sfidano la logica), ma che ha alle spalle decine di pubblicazioni. Il risultato finale, perciò, è davvero godibile, grazie anche alla tecnica narrativa adottata da Daniele Picciuti: ogni capitolo è raccontato, a rotazione, dal punto di vista di uno dei protagonisti (e anche di qualcuno dei personaggi secondari). Anche qui l’autore dimostra la sua capacità di gestire al meglio il ritmo e i colpi di scena, senza far perdere il lettore, anzi donandogli un’esperienza di lettura più ricca e intensa.
Lasciatemi dire due parole sui quattro protagonisti: Valery è un’attivista per i diritti degli alieni, estremista ma affascinante e coraggiosa; Marco è un mercenario in cerca del colpo della vita; Hiro è un androide (parzialmente organico) che lavora come poliziotto ed è diviso fra germogli di emozioni umane e la nativa razionalità artificiale; Sylvie, infine, è una bellissima agente assicurativa senza scrupoli (in un mondo in cui, il lavoro degli agenti assicurativi non consiste affatto nell’andare porta a porta a vendere polizze… leggete e vedrete). Ognuno di loro è dipinto in maniera credibile e sfaccettata, al punto che vi ritroverete ad affezionarvi anche a quelli mossi da intenti per nulla nobili.
Insomma, se non l’avete capito, il romanzo mi è piaciuto: una lettura consigliata (non solo agli amanti del genere) che vi terrà incollati fino all’ultima pagina.

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