martedì 18 novembre 2014

Il sonno della ragione genera mostri

È da un po' che non inserisco sul blog i racconti che sto scrivendo in Minuti Contati. Iniziamo col recupero, dunque.
Il tema dell'edizione di Maggio era "il sonno della ragione genera mostri". Io ho partecipato con questo racconto, che, in questa edizione, si è classificato terzo.


Dicono che voi siete il male
I due colpi sulla porta bloccarono il respiro di Simone. Quando giunsero gli altri quattro, lui riprese a respirare, ma il cuore non rallentò: alla fine i Contro avrebbero scoperto il segnale e lo avrebbero incastrato.
“Chi è?” Dallo spioncino vedeva una donna con, in braccio, un bebè.
“Dottore, mi faccia entrare.”
Con impeto, dettato più dalla paura che dalla furia, Simone spalancò la porta, tirò dentro la donna e si richiuse l’uscio alle spalle: “Non chiamarmi così! Non sai che è proibito? E se passasse qualche spia dei Contro?”
“Non le farebbe niente. Anche loro stanno capendo che c’è bisogno di medici.”
“Chi sei? Chi ti manda?”
“Mi chiamo Anna, mi manda Corinna. Vorrei vaccinasse il mio bambino. L’epidemia di morbillo è fuori controllo: non voglio che lui muoia.”
La voce piagnucolosa irritò il medico. Era colpa di quelle come lei: madri invasate che avevano cominciato un’assurda crociata contro i vaccini, contro le cure per il cancro e contro tutto il sapere scientifico. Loro avevano permesso ai Contro di prendere il potere.
Sospirò, fece schioccare le dita e contò fino a dieci. Anna non c’entrava: era giovane e, al tempo dell’insurrezione, doveva essere una bimba. E poi, c’era un bambino da salvare.
“Mettilo su questo lettino.”
Durante la visita, il piccolo non piangeva. Anzi, mentre Simone si piegava su di lui, gli tirò i baffi e rise. Simone si lasciò sfuggire un sorriso.
“La mia amica Corinne me lo ha detto che lei sembra burbero, ma è un uomo buono.”
Simone si affrettò a rimettere il broncio: “Gli scopra il braccio.”
Gli fece l’iniezione. Il bambino iniziò a piangere. Anna lo strinse a sé.
“Quello che hai detto sui Contro che hanno bisogno dei dottori: lo immagini tu o te l’ha detto uno di loro?”
Anna, cullando il piccolo, alzò gli occhi in alto, in cerca di un ricordo: “Un po’ e un po’. Qualcuno di loro comincia a dire che le aziende farmaceutiche producevano di veleni, ma, ora che gli Illuminati sono sconfitti, dei medici onesti e dei farmacisti capaci di preparare le medicine da soli potrebbero bloccare la crescita esponenziale del tasso di mortalità.”
Simone si versò del whiskey: “Qualcuno dice questo. Gli altri che rispondono?”
Lei esitò. Poi rispose: “Che i primi sono traditori della causa, che voi uomini di scienza siete il male e che le epidemie vengono diffuse dagli scienziati sopravvissuti allo sterminio, come estrema vendetta.”
Dagli all’untore” disse lui scuotendo la testa. Buttò giù il contenuto del bicchiere: “Io ti ho aiutato. Ora ho bisogno del tuo aiuto.”
Lei annuì. Il bambino, intanto, si era addormentato.
Simone scrisse in fretta una lista su un foglio: “Mi devi procurare queste cose. Servono per preparare altro vaccino. Altrimenti non ne avrò nemmeno per il richiamo che tuo figlio dovrà fare fra un anno.”
Aveva aggiunto l’ultima frase per motivare la donna, ma sapeva di averla già convinta.
Lei infilò il biglietto in tasca e si avviò verso la porta.
“Anna, se qualcuno di loro ti ferma e ti chiede cosa ho somministrato al bambino…”
“Lo so: dirò medicine omeopatiche” sorrise.
“In fondo, non è una bugia sai? La nostra è una Rete di persone e di conoscenza ed è l’unico modo per contrastare la loro Rete virtuale d’ignoranza.”
Il sorriso di lei si aprì ancora di più: “Curare il simile con il simile.” Poi gli diede un bacio rapido sulla guancia e uscì.

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