Continuo con il recupero dei miei racconti per Minuti Contati, III era. Siamo all'edizione di giugno, il cui tema è: " Una nuova schiavitù". Il mio racconto, intitolato Omicida "seriale", si classifica quinto. Eccolo a voi:
Omicida "seriale"
“No, dai, non possono far finire così la puntata!”
“Salvo, andiamo a letto.” Sara si alza dal divano si stropiccia gli occhi.
Lui china la testa e le fa un sorriso dolce: “Solo l’inizio della puntata successiva.”
Lei si gratta l’orecchio, come sempre quando è stanca: “Lo hai detto anche due puntate fa. Sono le tre e domani si lavora. E poi, quando guardi The Walking Dead, la notte ti agiti e urli nel sonno.”
Lui accascia le spalle: “I primi tre minuti?”
“Fai come vuoi. Vado a dormire.”
Ancheggia sensuale anche quando è assonnata. Se la raggiungesse subito, ci scapperebbe una sveltina, ma ha impresso nella testa il viso di Rick che alza la cornetta del telefono. Chi sarà all’altro capo?
I primi tre minuti e poi andrà da lei, dice fra sé mentre avvia la sesta puntata.
“Hai visto altre due puntate, senza di me?”
Sara lo fulmina, mentre lui beve la seconda tazza di caffè. Le palpebre sono troppo pesanti, ma deve riuscire a riprendersi.
Si sforza di spalancare gli occhi e, allora, la vede: una piccola ferita sul braccio. Non c’è altra spiegazione. È stato morso ed entro poche ore sarà uno zombie.
“Salvo, sei in ritardo. Datti una mossa.”
Lui torna in sé. “Tranquilla amore. M’infilo una maglietta e sono in strada.”
“Non vorrai uscire senza doccia pure oggi? Sono tre giorni che non ti lavi. Puzzi come un… un morto vivente.”
“Tanto in bicicletta sudo. Appena arrivo in negozio, mi do una lavata e mi cambio. Ho la maglietta pulita nello zaino.”
Prima che lei possa protestare, è già fuori.
Le strade sono quasi deserte. È solo fine Giugno: non possono essere tutti in vacanza. Che ci sia stata un’apocalisse zombie durante le notte?
La risposta è davanti ai suoi occhi e si trascina con fatica sul marciapiede: la gamba strascicata, il movimento lento, il braccio che si muove a scatti. Sono segni inequivocabili. Un altro attraversa la strada, con la lentezza di un bradipo.
Di sicuro non può raggiungere l’ipermercato. Si troverebbe nel bel mezzo dell’infestazione.
Deve andare a recuperare Sara. Scapperanno nello chalet di campagna dei suoi.
Prima, però, ha bisogno di un’arma in grado di dilaniare una scatola cranica.
La mazza da baseball che tiene in casa andrà benissimo
Nessun cliente, nel negozio di abbigliamento in cui lavora Sara, ma è giunto lo stesso troppo tardi: la collega le sta mordendo una spalla. Lei sta emettendo un gemito terrificante. La mazza di Salvo si abbatte sulla testa della morta vivente.
“Cretino? Ma sei cretino? Che le hai fatto? Bea, stai bene?”
“Ti stava mordendo. E tu urlavi”
“Stava mimando il morso che Suarez ha dato a Chiellini, nella partita di ieri. E io stavo ridendo.”
Il giudice è entrato con la sentenza. Salvo sa che la linea di difesa è debole. Dovrà passare parecchi anni chiuso in una stanza. Ma da ogni cosa si può trarre del bene. Si volta verso Sara, seduta in prima fila: “Se mi rinchiudono, mi devi fare un favore. Metti tutte le serie sull’hard disk e portamelo.”
Ci pensa un attimo e aggiunge: “E non dimenticare Prison Break!”
“Salvo, andiamo a letto.” Sara si alza dal divano si stropiccia gli occhi.
Lui china la testa e le fa un sorriso dolce: “Solo l’inizio della puntata successiva.”
Lei si gratta l’orecchio, come sempre quando è stanca: “Lo hai detto anche due puntate fa. Sono le tre e domani si lavora. E poi, quando guardi The Walking Dead, la notte ti agiti e urli nel sonno.”
Lui accascia le spalle: “I primi tre minuti?”
“Fai come vuoi. Vado a dormire.”
Ancheggia sensuale anche quando è assonnata. Se la raggiungesse subito, ci scapperebbe una sveltina, ma ha impresso nella testa il viso di Rick che alza la cornetta del telefono. Chi sarà all’altro capo?
I primi tre minuti e poi andrà da lei, dice fra sé mentre avvia la sesta puntata.
“Hai visto altre due puntate, senza di me?”
Sara lo fulmina, mentre lui beve la seconda tazza di caffè. Le palpebre sono troppo pesanti, ma deve riuscire a riprendersi.
Si sforza di spalancare gli occhi e, allora, la vede: una piccola ferita sul braccio. Non c’è altra spiegazione. È stato morso ed entro poche ore sarà uno zombie.
“Salvo, sei in ritardo. Datti una mossa.”
Lui torna in sé. “Tranquilla amore. M’infilo una maglietta e sono in strada.”
“Non vorrai uscire senza doccia pure oggi? Sono tre giorni che non ti lavi. Puzzi come un… un morto vivente.”
“Tanto in bicicletta sudo. Appena arrivo in negozio, mi do una lavata e mi cambio. Ho la maglietta pulita nello zaino.”
Prima che lei possa protestare, è già fuori.
Le strade sono quasi deserte. È solo fine Giugno: non possono essere tutti in vacanza. Che ci sia stata un’apocalisse zombie durante le notte?
La risposta è davanti ai suoi occhi e si trascina con fatica sul marciapiede: la gamba strascicata, il movimento lento, il braccio che si muove a scatti. Sono segni inequivocabili. Un altro attraversa la strada, con la lentezza di un bradipo.
Di sicuro non può raggiungere l’ipermercato. Si troverebbe nel bel mezzo dell’infestazione.
Deve andare a recuperare Sara. Scapperanno nello chalet di campagna dei suoi.
Prima, però, ha bisogno di un’arma in grado di dilaniare una scatola cranica.
La mazza da baseball che tiene in casa andrà benissimo
Nessun cliente, nel negozio di abbigliamento in cui lavora Sara, ma è giunto lo stesso troppo tardi: la collega le sta mordendo una spalla. Lei sta emettendo un gemito terrificante. La mazza di Salvo si abbatte sulla testa della morta vivente.
“Cretino? Ma sei cretino? Che le hai fatto? Bea, stai bene?”
“Ti stava mordendo. E tu urlavi”
“Stava mimando il morso che Suarez ha dato a Chiellini, nella partita di ieri. E io stavo ridendo.”
Il giudice è entrato con la sentenza. Salvo sa che la linea di difesa è debole. Dovrà passare parecchi anni chiuso in una stanza. Ma da ogni cosa si può trarre del bene. Si volta verso Sara, seduta in prima fila: “Se mi rinchiudono, mi devi fare un favore. Metti tutte le serie sull’hard disk e portamelo.”
Ci pensa un attimo e aggiunge: “E non dimenticare Prison Break!”
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