giovedì 8 novembre 2007

Alice nel mondo di Quark

Sin da piccolo ho subito il fascino della scienza. Mi perdevo nei documentari di Piero Angela.
Chi dice che la scienza è priva di poesia non ha mai provato il brivido dietro la schiena nell'esplorare i misteri dell'universo, né la vertigine nel contemplare un periodo di tempo troppo lungo per essere pensato...prima di noi generazioni di uomini, australopitechi, dinosauri, creature sempre più semplici e prima ancora l'assenza stessa di vita, del nostro sistema solare, della materia e ancor prima del tempo e dello spazio... Guardavo quei documentari e andavo a letto con la testa che mi girava e la sensazione di essere troppo piccolo per essere reale. Mi facevano male e mi inebriavano sia l'idea di un tempo finito quanto quella dell'eternità. Chi dice che la scienza è noiosa non ha mai provato ad immedesimarsi nell'eccitazione della scoperta di Newton o Galileo, di Darwin o Fermi... aprire una porta su un'idea che nessuno prima aveva visto.
E anche i documentari naturalistici, mi piacevano: capivo che le favole che mi raccontavano erano davvero solo favole ed il mondo reale degli animali era fatto di lotta per la vita: terribile e affascinante. Il leone non era un re, più di quanto una jena si potesse fare davvero una risata. Eppure quelle storie erano per me molto più appassionanti delle favole sugli animali:vedevo che al di là della vita dell'uomo ve ne sono tante non meno vere e forse più difficili...il mondo potevo guardarlo con occhi che non fossero i miei e allora diventava davvero diverso. Stasera ho ascoltato dal vivo Alberto Angela che parlava di evoluzione umana. Milioni di anni, tante specie diverse di ominidi prima, uomini poi, che hanno abitato questa terra. Milioni di vite così diverse dalla nostra, milioni di storie mai raccontate...e mentre scrivo queste parole sento ancora la testa che gira nel contemplare un tempo troppo lungo e troppo vuoto di me...

Nessun commento: