lunedì 21 gennaio 2008

Magistro multa utilia dicenda sunt
(inPaC - parte seconda)

La prima parte potete leggerla qui




Bizzoca era la migliore amica di Ioia, sebbene a vederle insieme fossero diverse come il sapone e una trousse a forma di orsacchiotto vezzoso.
Ioia indossava sempre abiti all’ultima moda. Bizzoca vestiva semplice e poco colorata.
Ioia aveva come scopo nella vita lo shopping e la sua lettura preferita era Novella 2000. Bizzoca si dedicava al catechismo e predicava la Buona Novella.
All’inizio il loro rapporto era stato basato esclusivamente sull’aiuto allo studio che Ioia chiedeva a Bizzy (così la chamava). Non che a Ioia interessasse davvero migliorare i propri voti. La madre però aveva minacciato di tagliarle i fondi per la profumeria se fosse stata bocciata.
Bizzy a sua volta aveva accettato perché stare al fianco di Ioia era l’unico modo per accaparrarsi una piccola percentuale dell’attenzione di Bighino (attenzione che in genere si concretizzava nella frase : “puoi dire a Ioia che…”) di cui era pazzamente innamorata sin dal primo anno del Liceo.
Nonostante le basi traballanti alla fine erano divenute amiche per davvero o almeno così credevano.

La sera in cui Ioia si era trovata a osservare dalla finestra di casa sua Bighino che le dedicava un graffito aveva pensato che poteva approfittare dell’occasione per liberarsi della fastidiose attenzioni del ragazzo ed allo stesso tempo compiere una buona azione.
Chiamò allora l’amica, che dalle due di pomeriggio cercava di spiegarle la differenza fra perifrastica attiva e passiva cominciando dalle basi (ovvero come si scrive la parola “perifrastica”) e le disse: “Bizzy guarda! E’ per te!”
Ioia le fece posto alla finestra. Bizzy si affacciò e vide Bighino che indicava verso di lei e poi verso il graffito urlando “E' PER TE!” incapace di distinguere i lineamenti delle due ragazze da quella distanza.
Convinta che si riferisse a lei anche dal carattere religioso della scritta, Bizzy arrosì, sussultò, poi esultò,  infine partì con uno scatto da centometrista verso la porta d’ingresso. Ioia l’afferò al volo con una presa da rugby: “dove vai?”.
“Corro da lui. Non voglio perdere l’occasione!”
Ioia si rese conto che le serviva tempo per portare a compimento la sua idea. Doveva dissuaderla a muoversi.
“Ma no! Non devi fare così: devi farlo friggere nel suo brodo” (la cucina non era il suo forte) “Fallo aspettare un po’: intanto io ti aiuto a comprare qualche vestito, a truccarti, a cambiare pettinatura…”
“Ma che dici : lui mi vuole così.”
“Ehm…certo…ma gli uomini tu non li conosci bene: sono come dei bambini. Se hanno subito il loro giocattolo in mano, si stancano e ne vogliono un altro. Per legarli a te devi essere il giocattolo più bello che abbiano avuto! Devi essere la Playstation quattro quando tutti hanno la tre!”
“Funziona?”
“Sì."
Fece un pausa e poi aggiunse: "Almeno finché in giro non c’è la cinque…”

- fine seconda parte -


Nessun commento: