domenica 3 febbraio 2008

Una strana coppia di bevande

Non si conoscevano da molto, ma erano già innamorati. Chiunque fosse entrato in quel momento nel locale, gettando uno sguardo fugace su di loro non avrebbe avuto alcun dubbio che erano una coppia: lo gridava la distanza nulla fra i loro corpi, il modo in cui i loro sguardi erano sincronizzati. I loro amici avevano la certezza che entro pochi giorni si sarebbero messi insieme. Lei gli disse : “prendiamo una coca cola ed una cioccolata calda in due”. Lui chiese, dubbioso sull’accoppiamento fra i due sapori: “Perché la cioccolata calda?” “Perché col freddo che fa qui fuori ci vuole proprio.” “E perché la coca cola?” “Perché ho sete.” Il ragionamento non faceva una piega. Almeno agli occhi di lui innamorato. E poi non poteva rischiare di deluderla proprio in quella fase iniziale di conoscenza. Era, pensò lui, come se lei gli stesse dicendo ‘puoi accettare ciò che sono, anche se sono differente dal resto del mondo e condividere questa mia diversità?’, una specie di test e lui era intenzionato a superarlo. “Va bene” disse lui Il cameriere portò le ordinazioni. La bottiglia e la tazza di cioccolata l’una accanto all’altra, pensò lui, somigliavano alla coppia che sarebbero potuti divenire loro due. Lei, frizzante con la sua simpatia ed il suo umorismo dal sapore fresco e dissetante. Lei di cui non si poteva fare a meno una volta che si era conosciuta. Lei capace di tirarlo su quando lui si sentiva triste. Lei con quelle belle forme curve e sensuali. Lei così trasparente, incapace di nascondergli nulla come quella bottiglia. Lui, caldo e accogliente, dolce, magari troppo, ma con quel retrogusto amaro che impari a conoscere solo col tempo. Lui capace di riscaldare il cuore di lei quando si sentiva triste. Lui magari un po’ troppo tondo, ma affidabile. Lui con quel braccio poggiato sul fianco di chi l’aveva aspettata troppo tempo. Apparentemente diversi l’uno dall’altro, ma fatti l’uno per l’altro, pensava lui. Si sa quando si è innamorati si tende a diventare un po’ più “cretini” o semplicemente a vedere la poesia persino in oggetti che normalmente sarebbero stati solo un frammento periferico del mondo intorno a sè. Assaggiarono assieme la cioccolata, due cucchiaini, ma una sola tazza, confidenza raggiunta in breve come se si conoscessero da sempre. Poi bevettero un sorso di coca cola. Lui la guardò pensando “avrò superato il test?” Lei pensò “buona la cioccolata con questo freddo. Buona anche la cola con la sete che avevo” e gli sorrise. Dal punto di vista di lei non vi era stato alcun test. Lei non aveva avuto alcun dubbio che lui avrebbe condiviso quella strana coppia di bevande: nella sua testa già sapeva che erano fatti l’una per l’altra. Coma una tazza ed una bottiglia.

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