domenica 23 agosto 2009

Quando un posto si può chiamare casa?

Una mia amica, ormai avvezza ai trasferimenti di città/continente, un po’ di tempo fa si chiedeva “quando un posto si può chiamare casa?”. Provo a dare una risposta, visto che ho abitato in quattro città diverse, ma sono rimasto convinto, fino a poco tempo fa, che avrei passato la vita, nel luogo in cui ero nato. Ecco alcuni indizi per capire se la città in cui abiti da po’ non è più un semplice posto di transito:
1. Quando passeggi per il centro è abbastanza probabile che incontri: un amico, un conoscente con cui fermarti a scambiare due parole (o anche più di due se sei donna) o qualcuno che ti saluta senza che tu abbia idea di chi sia.
2. Vi abita un numero sufficientemente alto persone a te care, che, se sei in città di domenica o in agosto, non hai la sensazione di essere completamente solo/a (indipendentemente dal fatto che poi fisicamente continui a trascorrere da solo quella giornata).
3. Qualcuno ha talmente fiducia in te da lasciarti una copia delle chiavi di casa sua, nel caso perdesse le proprie (se, però, quel qualcuno era un amico già acquisito prima del tuo trasferimento, non vale). 4. Ti accorgi che alcune di quelle espressioni che ti suonavano così strane quando sei arrivato, sono entrate nel tuo vocabolario (magari ti ritrovi a chiedere, al cassiere del supermercato, una sportina, e non ti stupisci più di doverla pagare).
5. Nutri un minimo di curiosità per la storia locale e sai almeno un paio di notizie che la riguardano.
6. Quando torni lì dal posto in cui sei nato/a e cresciuto/a, non hai più la sensazione di aver lasciato casa ed essere tornato/a in un luogo ostile…
PS Bentornati a tutti dalle vacanze (o almeno a chi ci è andato...)

2 commenti:

Unknown ha detto...

sono contenta di essere stata per te "ispirazione" :)

Angelo Frascella ha detto...

A proposito, grazie ;)