Ieri, per rinnovarmi la tessera scaduta in biblioteca, mi hanno fatto compilare un modulo di autocertificazione fatto così:
IO SOTTOSCRITTO ...................................... NATO A............ IL................
RESIDENTE A...........PROV.......INDIRIZZO.............................CAP....................
DICHIARO DI ESSERE
RESIDENTE A...........PROV.......INDIRIZZO.............................CAP....................
Il primo pensiero è stato: "Ah la burocrazia"
Ma poi mi sono chiesto: cosa sarebbe accaduto se avessi messo due indirizzi di residenza diversi? Mi sarei trovato imprigionato in un paradosso burocratico che avrebbe rischiato di far collassare l'universo?
Forse c'è spazio per creare un nuovo genere letterario: la fantaburocrazia.
Immaginate: un uomo viaggia nella burocrazia e scrive sul certificato di morte del suo bisnonno di averlo ucciso prima che potesse generare suo nonno...
PS nell'immagine Asterix che cerca di procurarsi il lasciapassare A-38, in una delle sue dodici fatiche...
3 commenti:
Condivido pienamente. E' una follia stare dietro alle inutilità burocratiche da espletare per portare a termine qualsiasi tipo di pratica. Chiedono cose assurde, allungano i tempi, complicano la vita. La pubblica amministrazione faceva schifo, ma da quando c'è quella sottospecie di nano va a rotoli
Ma come! Il nano non aveva il ministero della semplificazione :D :P
leggi durrenmatt, prima o poi, in qualche racconto sfiora proprio quell'idea lì, del paradosso burocratico che porta all'eternità.
Purtroppo non ricordo in quale.
Comunque non so se potrò leggere la fantaburocrazia,
non ho l'autorizzazione e per averla devo avere l'autorizzazione!
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