Mi piace Minuti
Contati, perché ho la possibilità di far leggere e commentare in dettaglio i miei
racconti. Mi piace perché la classifica finale non è tutto, però è sempre
divertente vederla nascere e crescere, vedere il mio racconto che potrebbe
farcela, no questa volta no ma per poco, sì questa volta vado sul podio, oh
come sono in basso…
Ma mi piace
soprattutto perché Minuti Contati è adrenalina pura. Ma come? Non è un concorso
per gente che scrive? Per gente che se ne sta seduta alla tastiera? Da sola? Di
notte? Ma quale adrenalina? No, ragazzi, non dimenticatelo: Minuti Contati “non
è un concorso per signorine”.
Iniziamo dal fatto che
l’Universo non vuole che io partecipi a MC. Forse perché all’Universo non piace
leggere i miei racconti? Non so. In ogni caso lui cospira contro di me.
Così, la sera in cui
c’è MC, mia figlia è più sveglia del solito e non c’è verso di farla addormentare
all’orario abituale, la cena si sposta da sola di un’ora in avanti, il telefono
suona, il campanello di casa pure e non c’è modo di convincere la persona che
è appena entrata dalla porta a parlare al posto mio con quella che è all’altro capo del telefono, mentre io cerco di scrivere.
In ogni caso in questo
flusso di eventi, cose e persone (la prossima volta mi aspetto anche qualche
animale in giro per casa) riesco a buttare un occhio al tema.
Quel maledetto ronzio. Vietato nominare le zanzare. Inizio alle 21.00 fine alle 00:00
Quel maledetto ronzio. Vietato nominare le zanzare. Inizio alle 21.00 fine alle 00:00
Così, mentre parlo al
telefono, controllo la cena, mastico, parlo con Caterina, leggo la favola a
Chiara, la mia testa monta e smonta idee legate al tema.
Un ronzio.
Un ronzio su
un’astronave? C’è un alieno? Troppo banale.
Un ronzio continuo in
un condominio. I condomini che escono fuori di testa, si accusano l’un l’altro
di esserne la causa e iniziano a uccidersi [Nota:
questa non era male però]
Un ronzio su
un’astronave… nello spazio… ma nello spazio non c’è rumore… sulla luna… Capricorn one e completti lunari… un
complottista sulla luna si accorge che c’è un ronzio, del rumore… che ci sia aria
sulla luna? O forse non è sulla luna?
“Amore che ne pensi di
questa idea?”
“Sempre con le
astronavi tu. Perché non scrivi un racconto intimista? Un ronzio nella testa
che rappresenta un disagio di vita? Una metafora…”
“Vabbè lascia stare.”
Ore 22:50. La piccola dorme. Finalmente mi siedo
alla tastiera e le dita corrono. I minuti pure. E l’adrenalina scorre a fiotti.
Ore 23:45. Il racconto è finito, ma è lungo il
doppio. Adrenalina a secchi. Uso l’esperienza per tagliare a colpo sicuro,
ricucire, riscrivere. Se qualcuno mi vedesse, mi scambierebbe per Barry Allen.
Ore 23:55. Mi conviene attivare la chiavetta
Internet, che se mi connetto all’ultimo momento di sicuro mi dà buca.
Ore 00:00. La suoneria del mio cellulare suona.
Non perché abbia inserito una sveglia o un promemoria per l’occasione.
Semplicemente, lei suona ogni giorno a mezzanotte (a meno che non spenga il telefono) anche se non c’è nessuna
sveglia. Evidentemente il mio Samsung (vi
dico la marca così se capita anche a voi, vi sentite meno scemi) ritiene
importante ricordarmi che non dovrei stare a scrivere ma andare a dormire o
forse solo che la tecnologia è fallibile e spesso inutile. In ogni caso oggi
quella suoneria mi serve. Taglio gli ultimi caratteri in più, vado sul Forum di
Nerocafè e… mi accorgo che la connessione non va. L’universo complotta
contro di me e il mio cellulare aveva ragione sulla fallibilità della
tecnologia.
Aggiorno la pagina Web.
Aggiorno. Aggiorno. Niente. Problema di
connessione
Avrei dovuto attivare
il modem fisso. Ma ora è troppo tardi, perché anche lui ci mette un po’ a fare
la pace con Internet. Lo accendo comunque. Che peccato. Tutta questa fatica per
nulla.
Ore 00:04. La chiavetta Internet decide che,
tutto sommato, ora può darmi accesso al Web. Copio da Word, incollo, invio. Certo
avrò sei punti di penalità, però ce l’ho fatta.
Ecco perché mi
piace Minuti Contati. Ecco dove trova le scariche di adrenalina uno scrittore.
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